La Fiera: Il Palio degli asini

Origini

La storia del Palio degli asini è lunga e sfaccettata.

Nel 1932 nacque il palio moderno come evento popolare di svago e di divertimento cittadino e come campo di corsa fu scelta piazza S. Giovanni, detta anche “Piassa dij Brichèt e di Cochèt” (trad Piazza dei Bricchi e dei Bachi da seta). La città fu divisa inizialmente in 6 borghi: San Giovanni Postiglioni o della Stazione, Sagrinte nen (trad. non disperarti), Bonomo (trad. Buonuomo), San Lorenzo e Catena. Ogni borgo aveva un borgomastro che rappresentava tutti i borghigiani e, tutti insieme, partecipavano alla preparazione dell’evento. Tale evento non aveva solide radici storiche ma nacque con lo scopo di divertire, per emulare in modo goliardico il palio della storica città rivale di Alba: la città di Asti. A tal scopo fu così confezionato il primo palio: un drappo con su dipinta la testa di un asino e l’anno 1932. Il borgo vincitore della corsa deteneva il palio fino all’anno successivo, quando, alla vigilia dell’evento successivo, lo doveva restituire in modo tale da poterlo assegnare al nuovo vincitore. L’evento era ancora molto distante da come lo conosciamo oggi.

Nel 1951 Osvando Cagnasso fece rinascere il palio, interrotto dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale, sotto il nome di “Giostra delle Cento Torri” (riferendosi alle numerose torri che toccavano il cielo in età medievale nella cittadina di Alba, chiamata altresì Città delle Cento Torri). La città fu nuovamente divisa in quattro rioni: San Lorenzo, San Giovanni, San Damiano e Moretta, ma poterono partecipare anche i comuni di Canale, Guarene, Neviglie, Priocca, Barbaresco e Vezza. I tempi non erano ancora maturi perché la manifestazione diventasse di grande richiamo.

Nel 1967, durante una riunione del comitato fiera si ebbe l’idea di ripristinare il palio degli asini durante la Fiera del Tartufo, aggiungendo una grandiosa rievocazione storica in costume del comune medioevale: “La Giostra delle Cento Torri”. L’entusiasmo dei promotori contagiò la città e ovunque vi fosse un bar nacque un borgo e assieme il suo comitato: al Calissano, storico bar del centro, nacque il Borgo San Lorenzo, al Rossetti il Borgo dei Sagrin, al Vecchio Elefante (non più esistente) il Borgo dei Brichèt, al Saionara (non più esistente) il Borgo delle Rane, al bar Principe il Borgo di Santa Barbara, al bar Piave (non più esistente) il Borgo del Fumo, al Croce Bianca (attualmente Hotel Medea) il Borgo dij Bijin (dalla frazione Piana Biglini) e al bar del Rondò il Borgo dei Passatempi. Altri borghi nacquero invece in abitazioni private come il Borgo dei Patin e Tesor, Borgo della Moretta, Borgo del Gallo, o San Frontiniano, e il Borgo Piassa d’Arme. Alla giostra presero parte dodici borghi andando a segnare così il periodo di maggior partecipazione all’evento. Il campo venne allestito in Piazza Duomo e Piazza Rossetti con data scelta nel primo ottobre, giornata inaugurale della Fiera del Tartufo. I premi che si stabilirono furono il Palio al vincitore, un paio di speroni dorati al secondo, un gallo di razza al terzo, una corona di quercia al quarto, un’insalata per il quinto e un’acciuga per il sesto.

Nel corso degli anni, come normale che sia, la manifestazione è cambiata, perdendo borghi e vedendone nascere di altri, è cambiato il sito del campo (Piazza Cagnasso prima, poi Piazza A. Sarti e ora nuovamente Piazza Cagnasso) così come il numero di premi (nell’ordine di arrivo Palio, Torrone tipico locale e Acciuga) ma lo spirito è rimasto sempre lo stesso e la voglia degli albesi di far festa non sembra affievolirsi di anno in anno.

Oggi

Oltre alla corsa degli asini nel giorno del Palio è i nove borghi presentano una scena spesso di un evento storico realmente accadute o storie a metà tra mito e leggenda che hanno interessano la cittadina di Alba. È così che prima di ogni Palio tutti e nove i borghi sfilano in abiti medievali lungo le vie della città, dalla loro sede fino alla piazza in cui si disputa la gara. La messa in scena di questi eventi è valutata da un comitato di giudici che, al termine delle varie rappresentazioni in piazza Palio, stileranno una classifica e premieranno il vincitore. Dunque il giorno del Palio non vede come protagonisti solamente gli asini (e i loro fantini), ma soprattutto le centinaia di persone dietro ogni borgo che recitano la loro parte, che creano carri e oggetti di scena, costumiste, sarte, registi, storici, truccatrici... Tutti che collaborano ad un unico scopo: far rivivere agli spettatori una giornata immersi nel medioevo!

Le nostra vittorie

Nel corso degli anni, da quando è stato istituito il moderno Palio, il nostro borgo si è riuscito ad aggiudicare le seguenti vittorie:

  • 1969 · Disegnato da (Palio che veniva consegnato al vincitore e restituito alla vigiglia della fiera dell\'anno successivo)
  • 1988 · Disegnato da Bruno Martino a Carrù (CN)
  • 1993 · Disegnato da Marco Gastini a Torino
  • 1994 · Disegnato da Guido Botta a Alessandria
  • 1995 · Disegnato da Giuseppe Grosso a Torino
  • 1997 · Disegnato da Enzo Bellini a Santa Sofia di Forlì (FC)
  • 1999 · Disegnato da Giovanni Pascoli a Savona
  • 2005 · Disegnato da Bruno Daniele ad Alba
  • 2016 · Disegnato da Enrico Crippa (chef) e Bob Noto (fotografo) ad Alba